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Ci sono persone che vivono con il timore pressoché costante di disturbare le altre persone.
Non chiamano per paura di disturbare.
Non mandando un messaggio per paura di disturbare.
Non ti citofonano se passano sotto casa tua per paura di disturbare.
Insomma, evitano di contattarti non perché non gli importi di te, ma per paura di risultare ingombranti, fastidiosi.
Vi è mai capitato di provare sensazioni simili o di avere a che fare con persone di questo tipo?
Perché succede, secondo voi?
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Hai voglia... paura cronica di disturbare ! 
Penso sia una cosa collegata alla propria indole. -
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Nel mio caso non c'è alcun "timore".
O evito di disturbare per principio.
Oppure, se decido comunque di farmi avanti, reagisco o valuto conseguentemente alla reazione che suscito nelle persone......nel bene...ma più di ogni altra cosa, nel male se la reazione è più "avversa";
Se sto sulle scatole, se do fastidio, se comunque il mio "propormi" benevolmente, educatamente, ma pur sempre rispettosamente, a maggior ragione verso quelle persone che CONOSCO POCO e NIENTE.
Non sappiamo sempre intuire la reazione degli altri, a volte può essere "contraria" e inaspettata.
Ad ogni modo tendo a staccarmi.
Quando le reazioni sono più avverse, l'importante è che modi e toni rimangano entro un certo "confine educativo" di rispetto. Se si va oltre quello la pazienza viene meno, quindi anche i "modi gentili" vengono meno. La mia.... -
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Si certo. Succede perché non ti senti bene accetto. Valuti la tua persona come scomoda ed eviti di disturbare.
Ad un certo punto ti stanchi di dover sempre cercare. E accetti che se nessuno ti cerca di certo avranno le loro motivazioni. Vai oltre, li cancelli prima dalla rubrica e poi dalla memoria. Chi fa da sé fa per tre. E tanti saluti al ca***. Non ne vale la pena.. -
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Non so da voi come funziona, ma dalle mie parti di solito se nessuno ti cerca è perché non spacci. 🥱🤐 . -
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E così mi sono chiesto. Perché succede?
Perché all'uomo piace tanto lavorare. 😔. -
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Fino a qualche anno fa mi ponevo sempre questa remora. Ero certa di non dover mai rompere le scatole, di non dover imporre la mia presenza, di dovermene stare per i fatti miei il più possibile.
Nella maggior parte dei casi è ancora così: se non ho un rapporto stretto con qualcuno, non mi viene neanche in mente di cercarlo. Non per non disturbare, ma perché magari ho altre tremila cose più urgenti nella testa.
Quando invece il rapporto è intimo/amichevole/affettuoso/quotidiano, tante remore non me le faccio più.
Così come io sono felice di ricevere il messaggio di una persona cui voglio bene, sicuramente anche quella persona può essere contenta del mio.. -
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Credo sia una tendenza tipica, soprattutto, della vita di città e dei tempi moderni: si vive perennemente sui social, intrattenendo continue relazioni con amici, parenti, conoscenti, persone care, ma a distanza; oppure ci si incontra, previo accordo, più facilmente in locali pubblici per caffè, cene, pranzi, aperitivi, ma si tiene invece molto alla riservatezza della propria casa.
Ci sono persone che, prima di ricevere gente, devono essere preavvisate, devono mettersi in ordine, mettere in ordine la casa, sapere in anticipo che qualcuno arriverà a sovvertire il solito tran tran. E se qualcuno suona il campanello senza essere invitato, si mostrano quasi in imbarazzo.
A parte questo, c'è poi anche una componente caratteriale di qualcuno: è un indice d'insicurezza, poichè si teme di non essere ben accetti, e magare pure che venga dato a vedere, o comunque che gli altri non abbiano voglia di essere visitati e/o che abbiano di meglio da fare.
Come faccio spesso, racconterò questa parabola: quand'ero bambino, alle feste paesane, ogni famiglia teneva pronte una o due torte da offrire dopo pranzo, quand'era uso che le persone delle località vicine, intervenute alla festa, andassero a trovare i loro amici e parenti del luogo. Nessuno invitava nessuno, ma una mancata visita era considerata quasi un oltraggio, una macchia imperdonabile a un rapporto di parentela risalente a secoli addietro o a un'amicizia che si procrastinava da generazioni.
Ricordo anch'io di essere andato a questi giri di parenti, e in particolare c'era una che preparava sempre una zuppa inglese che era la fine del mondo (perchè negli anni '80, ai bambini, si davano tranquillamente i dolci inzuppati
). Da adulto, andando a lavorare, sono passato per anni quotidianamente davanti a casa di questa parente, che spesso vedevo seduta fuori e salutavo con un cenno della mano; quando capitava d'incontrarci, mi rimproverava sempre: "Mi passi sulla porta di casa due volte al giorno: mai una volta che ti fermi a prendere un caffè!". Io mi scusavo, adducendo la fretta, la paura di disturbare, e lei rispondeva: "Eh lo so... voi giovani siete sempre di corsa, avete sempre da fare... ma non dire che disturbi! Sono vecchia, sono sola: se ti fermi, mi fai solo piacere!". Promettevo che, un giorno o l'altro, mi sarei fermato, e lei, tra il serio e il faceto, mi diceva: "Eh sì sì... lo so quando verrai: quando muoio!". E' accaduto proprio così. 
Per carità, era una parentela alla lontana, ma si trattava comunque di una persona che avrebbe avuto piacere di vedermi, e alla quale ho negato dieci minuti di attenzione: non sarà certo morta di crepacuore per quello, ma come lei e come me, quante volte, tutti, aspettiamo qualcuno che non arriva, siamo attesi da qualcuno che non ci vede e non ci sente mai?. -
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Coram tu fai riferimento ad un tempo che non esiste più, pure mia mamma appartiene a quell epoca del passare s trovare la gente a casa senza preavviso, oggi verrebbe vista come invadenza.
Penso che Pretty si riferisca alla tendenza a stare nelle retrovie, tendenzialmente per paura del rifiuto. Piuttosto che ricevere poco entusiasmo rispetto al gesto di farsi avanti, molti preferiscono proprio stare immobili. È una forma di protezione, ma per me è più che altro una scusa per non attivarsi tipica della persona pigra.. -
.CITAZIONEma si trattava comunque di una persona che avrebbe avuto piacere di vedermi, e alla quale ho negato dieci minuti di attenzione: non sarà certo morta di crepacuore per quello, ma come lei e come me, quante volte, tutti, aspettiamo qualcuno che non arriva, siamo attesi da qualcuno che non ci vede e non ci sente mai?
Appunto ora come ora credo non valga più la pena farsi paranoie di questo tipo.
Chi ci vuole bene ha piacere nel sentirsi e nel vederci partecipi della sua vita.
Tutto il resto sono conoscenze superficiali e allora che li disturbiamo o meno poco influisce.. -
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Qualche tempo fa ero anche "tentato" (ma anche NO!) di aprirne un topic;
Avete mai incontrato, soprattutto in virtual, anche perchè per quanto mi riguarda persone così in REAL (per fortuna) MAI, le quali prima vi offrono spontaneamente un "pelino" del loro tempo a disposizione, un po di confidenza, notate che provano ad aprirsi un po con voi ("darvi un po di fiducia"? mah...), a raccontarvi a condividere persino qualcosina della loro vita ed anche dei loro problemi ecc ecc, poi improvvisamente, senza alcun motivo, un bel giorno vi contattano e vi dicono che NO, non se ne farà più niente da quel momento in poi, FACENDO FINTA che non fosse mai successo NULLA?
NULLA = potrebbe essere anche il risultato definitivo, nel chiedervi persino di "tornare a mantenere le distanze", QUASI come "sconosciuti", e/o di "poca confidenza".
Se sì:
Ci siete rimasti male?
Comunque non ve n'è fregato nulla lo stesso, chiudendo di "comune accordo"?. -
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eccomi.... ho sempre paura di disturbare anche senza motivo 
nel mio caso è caratteriale
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.Ci sono persone che vivono con il timore pressoché costante di disturbare le altre persone.
Vi è mai capitato di provare sensazioni simili o di avere a che fare con persone di questo tipo?
Perché succede, secondo voi?
beh sì, concordo sulla questione caratteri, se per timidezza , pigrizia o... troppa educazione
e poi perché no, dal tipo di rapporto con la persona interessata.
Non nascondo di essermi creato/crearmi a volte anch'io dubbi e remore ( onestamente più da giovanissimo e al cospetto di adulti), tuttavia ciò non toglie che nel momento in cui una persona mi piace nella sua interezza, ho stima, provo simpatia e affetto, porto rispetto , nel modo più assoluto ci sono freni che reggano a costo di disturbare o rendermi invadente per un attimo , a maggior ragione se ho appena appreso di un qualche problema , serio o leggero che sia.
Edited by Il Maresciallo1927 - 19/4/2024, 15:00. -
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Io ce l'ho sempre paura di disturbare perché ragiono su di me e penso "se io fossi al posto di questa persona, come mi sentirei se, per fare un esempio banale, io arrivassi all'improvviso a citofonare a casa sua"?
Per cui cerco di essere discreta. Se ho un rapporto più stretto sono portata a cercare di più, ma perché conoscendo meglio la persona so che tipo di carattere ha, cosa le fa più o meno piacere..
Paura di disturbare |
