Le mie esperienze e i miei errori

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    Il motivo principale per cui mi sono iscritto al forum, oltre che per interagire con tutti voi, è anche quello di raccogliere qualche parere su come è andata e va la mia vita matrimoniale (spoiler: va male!), sempre che qualcuno avrà la pazienza di leggermi e la voglia di dire la sua.

    Fidanzamento
    Ho poco più di quarant'anni, e metà della vita l'ho passata con la stessa donna, di poco più giovane di me.
    In adolescenza non ho avuto molte storie sentimentali, ma soprattutto, un paio d'anni li ho passati correndo dietro a una che mi piaceva, mi illudeva ma poi non ci stava, e ne ho molto sofferto.
    Un giorno mi hanno presentato una ragazza, che io ho frequentato a mo' di chiodo scaccia chiodo: abbiamo iniziato a frequentarci, abbiamo trovato da subito molti argomenti di conversazione, affinità d'idee su molte cose, un'ottima intesa sessuale e, abbastanza presto rispetto alla media (25 anni io, 23 lei), ci siamo sposati.
    Tutte rose e fiori? No. La ragazza aveva, come difetto, un carattere immaturo, capriccioso ed egocentrico, al punto che mia madre stessa me ne mise in guardia; io minimizzai, dicendo che, prima o dopo, avrebbe pur dovuto crescere.
    In parte ci credevo, ma più che altro ci speravo; il fatto vero è che avevo paura di rimanere solo. Dalle mie parti ci sono moltissimi scapoli: uomini rozzi, trasandati, spesso dediti all'alcol, additati come falliti, che nessuna donna ha voluto, e il mio timore, più o meno inconsciamente, era di finire così.

    Matrimonio e problemi
    Non mi sono mai pentito di essermi sposato: la vita, in casa dei miei genitori, mi andava stretta e non vedevo l'ora di liberarmi.
    Inizialmente, poi, la vita insieme era molto bella, anche senza strafare: coccole, sesso, visite di amici...
    Purtroppo, però, per altri versi le cose non andavano molto bene: mia moglie era lavoratrice precaria, con la prospettiva di essere stabilizzata di lì a poco, che però andava sempre più allontanandosi, causandole preoccupazione ed ansia.
    Quando poi decidemmo di avere un bambino, le cose non migliorarono: attorno era tutto un fiorire di amiche, parenti, colleghe e conoscenti col pancione, e noi non riuscivamo. Ogni volta che qualcuno faceva l'inopportuna osservazione che toccava anche a noi fare un figlio, c'era da temere la crisi isterica! Rimasta finalmente incinta, trascorse nove mesi a temere che qualcosa andasse male e, nata la bimba, sana come un pesce, i problemi si amplificarono: non mangia, mangia troppo, mangia male, non dorme, dorme tanto, dorme poco, non cammina, cammina troppo, non parla... ogni giorno mille problemi, che hanno preso ben presto il nome di depressione post partum.
    Purtroppo per me, avevo già avuto a che fare, in famiglia, con persone depresse, e l'ho diagnosticata subito. Il problema è stato convincere lei a farsi curare! Nel contempo, ho fatto per mesi da papà, da mamma, da baby sitter, da donna delle pulizie, anche perchè non mi andava che la cosa trasparisse al di fuori. In quell'anno ho perso 9 kg!
    Curata la depressione, finita la cura, mia moglie si è trovata di nuovo incinta. Purtroppo, quella volta, la gravidanza è finita male per davvero: è ripiombata nell'esaurimento e non se n'è più risollevata!

    Problemi
    Le cose vanno discretamente solo seguendo la cura antidepressiva: ogni volta che tenta di ridurne la dose, le cose peggiorano. E non che, per il resto, vadano a gonfie vele: c'è sempre qualcosa (un problema di salute, una difficoltà al lavoro, una spesa importante da affrontare, una decisione da prendere...) che mina la sua serenità e, con la sua, quella di tutti noi. Io, per natura, sono portato a non struggermi per le preoccupazioni, convinto che le cose vadano affrontate al momento opportuno, senza fasciarsi la testa prima di rompersela, nè facendo a posteriori mille dietrologie e recriminazioni. Lei è l'opposto, e questo ha portato, col tempo, a continue discussioni, perchè a lei sembro disinteressato a tutto, quando invece, semplicemente, cerco di non farmi sopraffare dagli eventi.
    Un ulteriore motivo di discussione riguarda la figlia, che a causa dell'instabilità materna e delle sue intemperanze, ha sempre manifestato più fiducia verso di me, e che, affacciandosi oramai all'adolescenza, entra sempre di più in conflitto con la madre: mia moglie ne soffre, e posso anche capirlo, ma spesso accusa me di essermi "lavorato" la bambina, negli anni, per mettergliela contro. Cosa che non è assolutamente vera.
    Se non bastasse, il costante uso di antidepressivi ha avuto come effetto collaterale quello di azzerarle la libido, annientando la nostra vita sessuale, che era forse uno dei pochi ambiti che funzionavano.

    Conseguenze
    Come siamo messi ora?
    Mia moglie ha sempre avuto un problema che la assillava e ci impediva di vivere tranquilli. Ogni volta mi dicevo: tolto di mezzo questo, avremo finalmente un po' di serenità! Invece no: risolto un problema, ecco che se ne affaccia un altro, e poi un altro ancora, e quando non ce ne sono, piuttosto se lo crea, ma non sa vivere in pace. Compresa questa cosa, mi sono messo a dare molto meno peso alle sue lagne, e mi metto molto meno d'impegno a cercare una soluzione: tanto, a che cosa serve? Risolto un problema, ne nasce un altro!
    La figlia sta crescendo: la madre continua a trattarla da bambina, scatenando la sua insofferenza. Io so che, tra genitori, bisogna essere uniti agli occhi dei figli, ma mia moglie è talmente pesante che, molto spesso, non nascondo più la mia insofferenza.
    A letto, mi sono stancato di elemosinare il sesso: già da tempo se ne faceva poco; da metà maggio, niente del tutto. Sto ancora aspettando che lei si faccia avanti, per la soddisfazione di respingerla: sarebbe la prima volta per me in vent'anni.

    Amicizia alternativa
    Poco più di un anno fa, al lavoro, sono stato incaricato di seguire il lavoro di alcuni stagisti trimestrali: si trattava per lo più di ragazzi giovani, ad eccezione di una donna su per giù della mia età, che mi ha colpito subito.
    Poichè lavoravano da remoto, per le necessità ci sentivamo via chat, e con questa donna è nata una piacevole corrispondenza; anzi, ben presto mi è parso che a lei piacesse sentirmi, forse più ancora che non il contrario, e la cosa mi metteva un po' a disagio.
    A un certo punto, però, mi sono lasciato andare: la collaborazione era finita, ma noi ci sentivamo comunque, finchè la nostra chat non è diventata quotidiana, e a volte composta di centinaia di sms.
    Spesso, in vita mia, sono rimasto un passo indietro, paventando risultati sgraditi, ma con questa ho deciso che era ora si smetterla: l'ho invitata a cena (all'insaputa di mia moglie, ovviamente) e lei ha accettato. E' stata una serata bellissima, in cui abbiamo chiacchierato a lungo, con piacere, come se ci conoscessimo da sempre; credevo che il dopo cena sarebbe andato anche meglio, invece, all'uscita dal ristorante, si è irrigidita, è quasi scappata via.
    Ci sono rimasto un po' male, pensavo di averle fatto una brutta impressione, anche se non mi sembrava; invece, una volta al sicuro, a casa, mi ha scritto di essersi trovata benissimo e che sperava di poterci incontrare ancora.
    Ci siamo visti altre volte, sono stato anche a casa sua: constato che le fa piacere vedermi, ma ogni volta ho trovato la stessa ritrosia al contatto fisico.
    Una volta, trovandola via chat particolarmente affettuosa e in vena di confidenze, le ho detto che sarebbe la mia donna ideale e che avrei voluto conoscerla vent'anni fa, per avere la possibilità di provare a piacerle. Lì per lì ci ha riso sopra, ha commentato con "Declino ogni responsabilità per quello che scrivi... ho già sulla coscienza il mio divorzio, non voglio avere anche il tuo!"; da allora, però, l'ho trovata anche in chat molto più misurata e meno espansiva.
    Ogni tanto getta lì dei pezzi di verità: "la vita di coppia è stata una delusione, ho sofferto tanto, mi sono chiusa per paura di soffrire ancora... fare tutto da sola è difficile, è pesante, ma ho raggiunto un equilibrio... il vantaggio di essere single è che in casa non litigo più... la mia vita è già complicata, non posso nè aggiungere altro, nè complicare quella degli altri..." e cose del genere.
    Al tempo stesso, mi accorgo che uscire con me o sentirmi le piace: le basterebbe accampare qualsiasi scusa, quando la invito, invece non lo fa mai; un paio di volte ha dato forfait, ma se n'è sempre scusata e ha sempre cercato di "recuperare" l'uscita al più presto. Al tempo stesso, non pretende niente, nè mi fa paranoie di alcun genere.
    Non nego che questa frequentazione me l'ero immaginata un po' più "movimentata" e appagante; sta diventando invece un'amicizia "particolare", che non so se sfocerà mai in qualcosa di più: inizialmente ne ho sofferto, ma poi ho capito che non ne vale la pena, e che conviene mi prenda il buono che c'è, senza farmi illusioni. Potrei anche troncarla, ma è un piacevole diversivo, e per il momento non ne faccio a meno.

    Conclusioni
    Ci sono giorni in cui le cose vanno discretamente, altri in cui vanno decisamente male.
    La scorsa estate è stata un periodo pessimo: in vacanza abbiamo continuato a litigare, al punto che mia moglie voleva venire a casa prima del previsto.
    Diverse volte, per discussioni varie, le cose sono degenerate.
    Più volte mia moglie ha detto che bisognerebbe separarsi: io ho sempre declinato, invitato a pazientare. Inizialmente lo facevo proprio perchè determinato a tener fede, nonostante tutto, al vincolo matrimoniale; ora, invece, penso a cose molto più terra terra: perderei casa, soldi e figlia, che finirebbe quasi sicuramente a vivere con la madre, e sarebbe per lei un inferno. Una volta si era posta il problema: "se voi vi dividete, io con chi sto?"; le dissi che l'avrei tenuta con me volentieri, ma che, di solito, i figli vengono affidati alla madre; lei si è disperata, mi ha supplicato di non separarci, dicendo di non voler rimanere da sola a vivere con mia moglie, e io le ho promesso che non l'avrei lasciata.
    Io, come marito, riconosco di non essere più molto stimolante: dopo tanti anni passati a sbattermi, a darmi da fare, a farmi carico di mille cose, adesso mi sono stancato. Del resto, io mi sono adagiato ora, mia moglie la è da anni e anni.
    La presenza di questa "amica", nonostante tutto, mi stimola a guardarmi intorno, mi fa sentire "vivo" e considerato da qualcuno. Ed è incredibile come, nonostante tutto, io non provi alcuno scrupolo di coscienza verso mia moglie! Anzi, se fosse per me, con questa donna, ci andrei pure a letto! Come ho detto, io speravo in qualcosa di più, ma mi gratifica, un po' subdolamente, anche il solo pensiero che mia moglie non sappia dell'esistenza di questa mia frequentazione.
    Non so quanto potremo andare avanti: la viglia di Natale, poco dopo esserci scambiati i regali, è scoppiata l'ennesima lite, e mia moglie mi ha tirato in faccia il suo regalo, dicendomi di riprenderlo...

    Che ne pensate?
     
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    Ciao @Coram,
    prima di tutto grazie per esserti raccontato in modo accurato e con un'analisi lucida e sincera.

    Condivido delle riflessioni che mi sono venute spontaneamente, subito dopo aver letto la storia del tuo matrimonio; magari nel prosieguo della discussione ne sorgeranno altre, anche grazie ai contributi di altri utenti.

    Un mio amico sostiene che molte coppie incontrano problemi nel loro matrimonio quando si sono incontrate troppo presto e i due coniugi non hanno potuto fare prima, con altre persone ovvero da soli, delle esperienze di vita (sessuali, di relazione amorose, di delusioni, di crescita personale, di viaggi etc).
    Io sono d'accordo con questa visione.
    Una volta pensavo che ci fosse l'eccezione di quelle coppie (ne conosco un paio) che hanno avuto la fortuna di incontrare la c.d. anima gemella alle medie; da quando sono diventata una traditrice, ho rivisto anche questa mia convinzione e sono convinta che anche in quelle due coppie ci siano dei segreti inconfessabili o comunque delle crepe, dei malesseri, magari leggeri e perfettamente gestibili, ma ci sono.
    Le esperienze servono per conoscere meglio sé stessi, per iniziare a diventare adulti, per capire quali sono le singole inclinazioni, aspirazioni, desideri e - non da ultimo - i valori che consideriamo importanti.
    Soffrire per una storia finita male o un amore non ricambiato; litigare con un fidanzato/a e decidere di lasciarsi; sentire le farfalle nello stomaco e dedicare tutte le canzoni d'amore del mondo ad una persona; pentirsi di un bacio dato a chi non lo ha saputo apprezzare; e poi le vacanze con gli amici, i viaggi decisi all'ultimo momento etc. etc.: tutto costituisce un patrimonio personale, un bagaglio che vale la pena di potersi portare appresso e che secondo me aiuterà a riconoscere quella persona con la quale formare una coppia.

    Sappiamo tutti che ogni coppia ha dei problemi, ma questo è fisiologico, perché la vita stessa è un percorso insito di difficoltà, di eventi brutti accanto a quelli belli, di imprevisti, di conflitti, di sfighe ,di progetti e sogni che non si potranno realizzare (anche se non bisogna mai smettere di fantasticare e sognare!).
    Ci sono persone che nascondono bene un problema (o un disagio, una crisi interiore...) agli occhi degli altri, persino al coniuge, e recitano "in società" la parte della famiglia dove va tutto bene.

    Mi sono anche accorta che, col passare degli anni, soprattutto quando i figli iniziano a crescere, non parla più con gli amici, con i parenti, di quello che riguarda la propria vita intima, personale e di coppia.
    C'è come una sorta di pudore, anche perché non si sa quale potrebbe essere la sorte dei propri malesseri, turbamenti, dubbi, rilevati a terze persone.
    La gente spesso tende a spettegolare, non necessariamente in mala fede intendiamoci, o comunque non è in grado di capire fino in fondo, oppure non si vuole tediare un amico/a e - e questo è il motivo principale per cui io mi sto gestendo i miei problemi da sola - esporre il proprio coniuge a giudizi altrui, su aspetti molto privati della persona che ci sta accanto.

    Lasciamo poi state la difficoltà di parlare con il proprio coniuge, quasi come se i due membri della coppia procedessero su due binari affiancati ma a diverse velocità.

    Tu @Coram hai sposato una donna della quale forse non sei mai stato innamorato.
    Ma il vero e decisivo ostacolo nel tuo matrimonio, a mio avviso, è la depressione di tua moglie.
    Che - ma lo sai già - dovrebbe essere affrontata anche con una psicoterapia continuativa (non so se lei la fa, oltre a prendere i farmaci).
    Ben può esserci affetto coniugale, complicità e benessere anche senza aver provato quell'esperienza fortissima che è l'innamoramento (e che, in ogni caso, col passare del tempo evolve, si trasforma acquietandosi), ma quando ci si trova a fronteggiare una malattia subdola e complicata come lo sono le patologie mentali, beh, è tutto un altro paio di maniche.

    Quando ci si sposa ci si impegna a realizzare, sulle fondamenta dell'amore, quella che viene definita una "comunione materiale e spirituale tra coniugi"; ci si promettono fedeltà, collaborazione e aiuto reciproco, si pensa al progetto di una famiglia (a tale proposito - molti lo dimenticano - la famiglia esiste già col vincolo matrimoniale, indipendentemente dalla successiva nascita o adozione di figli) etc. etc.

    Ma esistono la separazione e il divorzio, per tutti i casi in cui quella comunione, quell'unicità di intenti sono venuti meno.
    Quando poi, in un contesto di coppia già con difficoltà, subentra anche la necessità di tutelare un figlio, e di pensare - te l'ho già scritto - a costruire le sue fondamenta di valori, di esperienze, beh, bisogna ragionare soprattutto in un'ottica di salvaguardia del figlio.

    Non a caso, i giudici guardano al benessere del minore, alla situazione concreta della famiglia.
    L'affidamento oggi è condiviso: il minore trascorre pari tempo presso la madre e presso il padre, i weekend e le festività alternati. Certo, la casa coniugale viene di solito lasciata in uso alla madre, perché è il luogo di residenza del minore, e il padre deve trovare altro alloggio.
    Il mantenimento del figlio è un discorso, quello del coniuge un altro.
    Ma possono essere presi accordi di diverso tenore, con l'aiuto di un avvocato, soprattutto se si riesce a scegliere una separazione consensuale.

    Per questo ti suggerisco di consultarti - di nascosto da tua moglie - con un legale. Potresti acquisire informazioni utili per valutare la tua situazione.

    Dopo il benessere e la tutela dei figli, però, viene quella di noi come persone adulte.
    La vita è una sola, e il tempo perduto non torna più.

    Non è essere egoisti né cattivi, a mio modo di vedere.
    Lo so che ci si è impegnati a stare insieme "in salute e in malattia", ma in fondo anche tua moglie sa benissimo che non funzionate più come coppia, e il suo carattere particolare - incompatibile con come sei tu oggi - esisteva già; e forse separarvi potrebbe essere una svolta per entrambi.

    Per cui - e concludo questi pensieri forse sconclusionati, perché scritti di getto e senza neanche rileggere - in punta di piedi e molto cautamente, solo sulla base di quello che hai raccontato, io valuterei una separazione, oppure inizierei a crearmi una vita segreta.
    Non con quell'amica, con la quale il rapporto è ormai avviato verso una bella amicizia ma con un'altra donna che ti auguro di poter incontrare e che - soprattutto - abbia la tua stessa esigenza di ritagliarsi uno spazio per stare bene, per tirare un po' il fiato nell'ambito di una vita complicata.

    E' cinismo, cattiveria ed egoismo? Per me, alla fin fine, no.
     
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    Antigone grazie della risposta.

    Sono cresciuto in provincia, in un contesto rurale molto tradizionalista: negli anni '80, press'a poco, si viveva e si ragionava come altrove negli anni '50. Fai conto che il primo divorzio c'è stato a metà degli anni '90, e aveva fatto un grosso scandalo.
    Oggi non è più così, però è chiaro che, nella mia testa, è rimasto forte lo stigma verso il fallimento del matrimonio; per anni l'ho vissuto e portato avanti con impegno, come fosse una vocazione, mettendo al di sopra di tutto la serenità e l'unità familiare.
    Forse, se non avessi trovato il diversivo di quel flirt, sarei andato avanti a vita: quella conoscenza, nel bene e nel male, mi ha aperto gli occhi, mi ha fatto sentire vivo, mi ha fatto capire che non potevo mortificarmi in eterno. Non a caso, se pure le cose non andavano già benissimo, sono precipitate dopo di allora, perchè io ho iniziato a mollare.
    Non voglio vantarmi, ma sono certo che, se siamo arrivati fino a qui, il 75% dell'impegno e della pazienza sono stati i miei.
    Hai visto bene anche dove hai detto che, probabilmente, ho sposato una donna che non amavo: ho iniziato a frequentarla sperando che servisse a farmi dimenticare quella che mi piaceva veramente (e che non mi sono mai tolto del tutto dalla testa; quando la vedo, mi piace ancora adesso!); in anni e anni, nè io ho cercato altrove, nè nessuna ragazza è mai venuta a insidiarmi, per cui sono rimasto fedele a lungo con una fatica relativa; col tempo mi ci sono anche affezionato e avevamo sviluppato una buona intesa sessuale... forse io stesso, per un po', ho creduto di amarla.
    Adesso i nodi sono venuti al pettine.
    Per quanto riguarda la depressione, che certo ci ha dato grossi problemi, è sempre e solo stata affrontata a livello di farmaci, consigliati da uno psichiatra, ma senza un itinerario psicologico o psicoanalitico. Già per mia moglie non è stato facile accettare questo, men che meno si sarebbe adattata a "raccontare a un estraneo i cazzi suoi" (parole sue), così come, quando ho provato a convincerla della necessità di un terapista di coppia e/o di un sessuologo, ha rifiutato, per non dare soldi "a uno che ti dice cose che sai già: che non vai d'accordo e che scopi poco".
    Ti dirò anche di più: al punto in cui siamo, mi basta che la depressione rimanga controllata, che le cose non degenerino... risolvere i problemi non m'interessa nemmeno più!
    Nonostante tutto, devo riconoscere che, forse, è stata, ed è tutt'ora, lei a voler più bene a me: quando è in buona, pensa al futuro, fa progetti a lunga scadenza... io non ne sono più capace, perchè penso che, prima o dopo, alla separazione ci si arriverà.
    In certi momenti di eccesso, ha detto che sarebbe andata via di casa, senza volere niente in cambio, pur di essere lasciata in pace; poi rinsavisce e torna a più miti consigli... ma io tengo lì questo malessere, fino al giorno in cui prendere la palla al balzo... Direte che sono cinico, ma ormai siamo a questi livelli.
    In altri momenti mi dispiace: su molte cose siamo in sintonia, ci conosciamo, ci completiamo...
    Per quanto riguarda l'altra donna, temo anch'io che ci sarà poco da sperare. Mi domando solo una cosa: perchè professarsi single convinta, ma poi uscire quando la invito e rispondere ai miei messaggi? E perchè, pur senza impegno, non farsi una sana scopata?
    Il marito le crea problemi, ha il lavoro, figli e la casa da gestire... forse ha paura di farsi coinvolgere? Nemmeno io, se anche mi liberassi dalla situazione attuale, vorrei ricominciare da capo, ma preferirei un rapporto soft...
     
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    @Coram, anche io ho usato la parola "cinismo" e "cinico" ma nessuno di noi due lo è.

    Credo che ben poche persone lo siano...anzi, diciamo che lo spero, sennò il mondo sarebbe ancora peggiore di quanto è già.

    Tu sicuramente vuoi bene, molto bene, a tua moglie.

    Voler bene è un gran bel sentimento, e le persone che sono empatiche e buone (e tu mi sa che lo sei) lo dispensano a piene mani.

    Capisco molto bene quello che racconti di te, del senso di protezione verso la famiglia, del voler mantenere fede agli impegni presi, dell'etica del sacrificio.

    Quanto a quella donna, sinceramente non so come mai non sia venuta a letto con te.

    Forse non è interessata al sesso, sta bene così.

    Credo che le faccia piacere avere una sorta di corteggiatore, di amico speciale, senza ulteriori implicazioni.

    Forse percepisce la tua tensione familiare e non vuole essere coinvolta troppo, magari essere la causa scatenante di un'eventuale tua separazione.

    Però lei ti ha già fatto un regalo: ti ha dato una scossa, ti ha acceso una scintilla.

    Vuol dire molto.

    Una cosa mi permetto di dirtela: non farti carico di eventuali problemi altrui (intendo di questa ragazza), cerca la leggerezza, l'allegria in un rapporto esterno - che sia amicale o rivolto a qualcosa di più - perché in certi periodi della vita, è un balsamo per l'anima.

    Ah, il fatto che tu stia scrivendo e raccontando è molto positivo secondo me! Dicono che aiuti molto.
     
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    Ho letto tutto.
    A tratti mi sembra che la tua situazione sia in fondo simile a quella di molti altri. Non perché sembri una sorta di copia e incolla, intendiamoci, ma perché probabilmente quello che hai descritto è il destino di moltissime coppie, forse quasi di tutte. L'innamoramento, poi la routine, i problemi, lo sfilacciarsi del rapporto, le discussioni, l'evasione, la paura di lasciarsi per una ragione o per l'altra.
    C'è sempre una cosa da decidere in questi casi: mi separo e cerco di vivere una vita che mi faccia stare bene davvero o mi faccio andare bene questa che tutto sommato conosco? Dicono che le separazioni siano all'ordine del giorno ma a me pare che la seconda soluzione sia in realtà ancora quella più in voga. Non se ne parla ma c'è questa insoddisfazione sotterranea che trapela dai gesti delle persone. Dalle loro parole. Dal loro modo di comunicare, di guardarsi quando sono in mezzo agli altri.
     
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    Ho letto la tua storia, coram populo.
    Detto che mi dispiace per come stia andando, mi rincuori sul fatto che mi sono risparmiato un sacco di rogne e di potenziali problemi nello stare sempre da solo, non rimpiango affatto la mia situazione.

    Vorrei tuttavia rispondere ad una tua osservazione:

    CITAZIONE (coram populo @ 28/12/2022, 11:21) 
    avevo paura di rimanere solo. Dalle mie parti ci sono moltissimi scapoli: uomini rozzi, trasandati, spesso dediti all'alcol, additati come falliti, che nessuna donna ha voluto, e il mio timore, più o meno inconsciamente, era di finire così.

    Anche io sono scapolo.
    Sono abbastanza trasandato, vero, ma niente di irrecuperabile o imbarazzante. Lo sono perché non ho nessuna voglia e nessun interesse di curare il mio aspetto esteriore o il mio abbigliamento.

    Ma non sono affatto rozzo quando sono in pubblico, sono astemio, sono preciso, impeccabile, sono stato definito "gentleman" da diverse donne.

    Mi considerano un "fallito"?
    Può anche darsi. Forse non proprio fallito ma "sfigato" probabilmente sì.
    Del resto ho avuto una discreta carriera negli studi e un lavoro da tecnico specializzato, quindi non è esattamente ciò che può definirsi per un "fallito".

    Nessuna donna mi ha mai voluto?
    Probabilmente, limitatamente a quelle che avrei voluto io, può essere vero.
    Di quelle che non mi interessavano, chi può dirlo?
    Ma non ha importanza.

    Detto questo, secondo me ti sei fatto sopraffare da un timore legittimo ma esagerato.
    Ti sei lasciato condizionare sia dalla tua paura di rimanere solo (e di cadere in una prospettiva di vita che effettivamente può essere complicata), ma soprattutto dal giudizio altrui.

    Pensi che mi interessi o che mi interessasse il pensiero degli altri sul mio conto?
    Assolutamente no! Meno di zero.

    Non mi è mai importato nemmeno per un istante il cosa potessero pensare gli altri nei miei riguardi.

    Non ho mai visto la vita da "scapolo" come un orizzonte buio e nefasto.

    Vero è che avevo l'esempio di un mio zio che è sempre vissuto così, e penso di somigliargli molto in questo, ma non ho mai pensato nemmeno per un istante: "meglio che mi trovo la prima che trovo pur di non restare solo".

    Mai pensato. Ho sempre pensato l'opposto: per cambiare vita, deve essere soltanto con una con cui valesse davvero la pena di farlo.
    Non con la prima disponibile, chiaramente.

    L'ho mai trovata? No.
    La troverò? Molto probabilmente, mai.

    Mi importa qualcosa? Non più, non cerco più nessuna.

    Ho paura per il fatto di rimanere solo?
    Son rimasto solo fino ad ora che vado verso i 40, perché dovrei avere paura?
    Conosco bene la mia vita, non ho bisogno di nessuna.

    Chiaro, so bene che significa rinunciare a tante cose.
    Ma non solo a quelle belle.
    So che "rinuncio", o meglio, faccio volentieri a meno, delle situazioni e delle conseguenze meno belle, che purtroppo possono capitare e che tu conosci per altro piuttosto bene.

    Cosa avrei fatto al tuo posto?
    Penso hai già capito: non mi sarei certo sposato a 25 anni.

    Ma ammetto anche che non avendo vissuto in prima persona la tua esperienza, la mia è solo una sensazione, non posso esserne certo.

    Quel che è certo è che quel che è stato è stato, quel che non è stato è perso.
    Ma fa parte del passato e non si può tornare indietro.

    Devi concentrarti sul presente per viverlo al meglio in modo da indirizzare al meglio possibile anche il futuro.
     
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    La necessità di sfogarmi è quella che ha principalmente motivato la mia iscrizione al forum...
    Nella realtà, purtroppo, non ho persone di cui fidarmi al 100%; poi, per carattere, non sono portato a raccontare i miei affari, mi sentirei a disagio.
    Non mi pento di com'è andata la mia vita: anche gli errori ne fanno parte e ci aiutano a crescere.
    Cerco anche di non portare troppo rancore a mia moglie: il problema è che sono stanco, demotivato...
    L'altra donna non so come inquadrarla: vuol bene, ma vedo chiaramente che si è raffreddata. In ogni caso, se anche lei "ci stesse", non sarei quello che se la prende in casa, o si stabilisce da lei: di situazioni pesanti ne abbiamo abbastanza uno e l'altra!
     
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    CITAZIONE (solpetra @ 28/12/2022, 17:35) 
    Molte delle cose ...

    Soltanto sei mesi fa, alla separazione non ci pensavo nemmeno...
    Purtroppo una cosa ha trascinato l'altra: più ho visto aprirsi uno spiraglio con l'altra donna, più mi sono irrigidito con mia moglie; più lei ha visto il mio distacco, più si è irrigidita a sua volta ecc
    Francamente, vedendo che ora l'"amica" si è un po' frenata, mi scoccerebbe anche impelagarmi in una separazione da una parte, e poi non ottenere niente dall'altra. Anche perchè tutti sappiamo cosa significhi la separazione per un uomo; e io sono fortunato che, in ogni caso, avrei una casa dove andare!
    E' vero però anche che, più si aspetta, e più le cose si fanno complesse...
     
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    Io sono arrivata su questo forum perché mi ha attirato il titolo, in quanto contiene la parola "amore".

    La discriminante è quella.

    Per cui il cugino di @Solpetra ben fa a svolazzare di fiore in fiore, fino a che non si posera' su una donna che lo farà fermare su di lei.

    Potrebbe non accadere, come anche sì.
    Lo scoprirà solo vivendo (ndr citando Fabio Caressa, io dico sempre: "Grazie, Signore, che ci hai dato Lucio Battisti" 🥰).

    Il litigio, la discussione, il confronto ci sono in ogni coppia e anzi se non ci fossero, significherebbe, secondo me, che qualcosa non va.

    L'importante è, da un lato, non arrivare mai al tramonto senza aver fatto pace (consiglio che mi diede mia nonna quando mi sposai, e che applico alla lettera).

    Dall'altro, avere la consapevolezza che quella persona, al di là delle liti, degli scazzi, dei problemi etc, è la persona che vogliamo nel nostro letto quando ci addormentiamo e quando ci svegliamo.
    È la persona con la quale c'è il piacere di stare insieme.

    È quando viene a mancare un equilibrio e la bilancia pende decisamente da una parte, con prevalenza della rabbia e della frustrazione verso il coniuge, che la situazione merita una riflessione più profonda.

    @Solpetra, prima di sposarmi io ho avuto le mie esperienze, che sono state sempre e solo relazioni di una certa durata (si contano sulle dita di una mano), nel senso che non sono mai stata una ragazza da rapporti occasionali: sono fatta così, è la mia natura derivante anche dell'educazione ricevuta.
    Mi sono innamorata solo due volte.
    La prima, di quello che è stato, tecnicamente, il mio secondo ragazzo, anzi uomo, visto che era molto più grande di me.
    Con lui ho toccato il cielo con un dito per tot mesi e poi sono sprofondata così tanto a terra, anzi in una voragine, che neanche l'argano a motore della canzone "Salirò" di Daniele Silvestri avrebbe potuto risollevarmi.
    Il tempo è galantuomo, e anche grazie ad un ragazzo che mi volle stare vicino, ben consapevole che per me lui era - brutto da dirsi ma è così- il famigerato "chiodo schiaccia chiodo", mi ripresi.
    Il fatto è che avendo conosciuto l'innamoramento, i suoi effetti e le conseguenze, non avrei più potuto accontentarmi di una relazione in cui mancasse quel meraviglioso stordimento.
    E quando, appena laureata, libera e serena, stavo iniziando ad accarezzare l'idea di trasferirmi all'estero, decisa a costruirmi da me la mia vita, capitai ad una festa di un'amica. Un po'di malavoglia, esattamente come il mio futuro marito, che aveva appena mollato la fidanzata dell'epoca.
    Rincoglioninento immediato e reciproco, che volendo usare un termine più elegante è il cosiddetto "colpo di fulmine".

    Non sono più partita per l'estero, e ci siamo sposati nel giro di un anno.

    Non mi sono mai pentita, e ancora oggi voglio lui accanto a me.

    Ma sono ormai troppi mesi che mi ferisce e mi suscita un sentimento di rabbia, frustrazione, infelicità.

    Non desiderare la propria moglie, negarle il sesso limitandosi alle coccole (sic!), nonostante lei gli abbia spiegato che la sessualità è una parte imprescindibile del rapporto coniugale, che lei ci tiene e ne ha bisogno - per tutti i motivi che non vi sto ad elencare- per me è un fatto gravissimo.

    Il mio tradimento nasce solo e soltanto dall'essere costretta a subire un "matrimonio bianco".

    Con mio marito abbiamo parlato non so quante volte, ho persino pianto, e da ultimo gli ho dato un termine entro cui provvedere per risolvere quello che è un SUO problema, e spero che si attivi, perché se non lo fa, significa che a me non ci tiene o che non ha capito niente di me.
    E questo pensiero mi rispedisce giù, a terra.
    ...Mi sa che ordinerò su Amazon un argano, una gru o simili, giusto per non farmi trovare impreparata 😊🤦‍♀️

    (E così mi sono sfogata per bene anche io!)
     
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    Io sono sempre stato convintamente monogamo; tante cose avrei pensato in vita mia, ma mai di farmi un'amante, e poco importa se questa - almeno per il momento - non si è nemmeno fatta baciare: in cuor mio, mia moglie l'ho tradita da mesi.
    Se mia moglie fosse stata diversa, non dico la moglie ideale, ma solo un po' più sopportabile, probabilmente avrei ignorato anche gli occhi dolci della stagista trimestrale.
    In quasi vent'anni di vita insieme, non mi sono mai risparmiato per la famiglia e, anche se mia moglie non lo pensa o non lo ammette, sono convinto di essere un buon padre di famiglia e, fino a un certo punto, anche un buon marito.
    Non metto in discussione nemmeno mia moglie, che, al netto dei suoi problemi caratteriali e di depressione, ritengo agisca in buona fede e, come ho già detto, tra i due è quella che sicuramente crede di più nel proseguimento del matrimonio.
    Io sono stanco e sfiduciato. Il fatto, poi, che mia moglie sia diventata frigida, mi ha veramente fatto scendere la catena!
     
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    @Solpetra, di solito dicono che quando hai un'altra, ti scopi anche tua moglie.

    Lo posso confermare: nonostante io faccia sesso con un altro, cerco sempre mio marito.

    Siamo al paradosso che l'amante mi è arrivato a dire che è convinto che se il mio coniuge "tornasse in sé", io rientrerei nei ranghi. E che davvero non capisce cosa frulli in testa a mio marito per non volermi.

    Ha perfettamente ragione.

    Inutile che io scriva qua che sono una donna molto bella e sensuale, che non pongo limiti nel sesso (purché sia a due), che mi piace dare e ricevere piacere.

    Sono una donna elegante e curata, anche per motivi di lavoro, e ho una buona cultura personale.

    Non è presunzione, sono feedback che ricevo dall'esterno.

    Mio marito, altrettanto: bell'uomo, molto fine e perbene.
    Forse anche troppo...

    Ho pensato a tante ipotesi, alcune gliele ho anche elencate, e ti assicuro che spaziano in vari ambiti.
    Lui dice che io non c'entro, che è stressato per il lavoro etc etc.
    Bah, vale fino ad un certo punto.

    Mi piacerebbe credere che se lui non vuole più essere sposato con me e farsi la sua vita, me lo direbbe.
    Non ha nessun problema economico.
    A livello sociale e di reputazione, sappiamo tutti che esistono coppie separate di fatto ma che stanno formalmente insieme per i figli.
    Non ho ancora un'opinione precisa al riguardo, cioè, non giudico tali coppie, ma non so per la mia se lo vorrei.

    Avevo anche pensato di chiedere l'accesso alla Stanza del Sesso di questo forum, per un confronto più circostanziato, ma ho deciso che non mi interessa raccontarmi, ci starei anche peggio.
    E ho anche detto troppo su mio marito.

    Grazie del confronto, e mi scuso con @Coram se ho occupato il suo spazio.

    Ah, @Coram...fatti un regalo per l'anno nuovo: vai a parlare con un avvocato. Fidati, ne vale la pena 😊
     
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    Coram populo, ho letto con interesse la discussione che hai iniziato. Per certi aspetti, mi riconosco nella tua storia e per questo ti senti vicino. Anch'io ho fatto delle cose che non avrei mai pensato di fare.

    Arrivo tardi: gli altri ti hanno già scritto molte cose che avrei voluto dirti io, principalmente quello di cominciare a contattare un legale per avere i primi consigli sulla tua situazione. Peccato anche che tua moglie non abbia accettato l'idea della terapia di coppia.

    Infatti credo anch'io che ormai la strada verso la separazione sia già segnata. Non sarà facile, è sempre un cambiamento di vita, ma penso che tu abbia davvero fatto tutto quello che potevi per salvare il rapporto e per capire e sostenere tua moglie. Sei tutto tranne che cinico!

    Continuando così, non faresti altro che logorarti e stare sempre peggio. Non è una frase fatta: devi pensare anche a te stesso e, anche se sei e sei sempre stato un buon padre, una tua maggiore serenità farebbe stare meglio anche tua figlia.

    Per quanto riguarda l'altra donna, sarebbe auspicabile un chiarimento anche con lei. Per ora, sono d'accordo con chi ti ha detto che sembra più che altro interessata ad avere qualcuno che la corteggi e che la faccia sentite desiderata. Da quello che ci hai raccontato di te e del tuo percorso di vita, penso che tu, da lei o da altre, meriti di più.
     
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    CITAZIONE (Antigone @ 29/12/2022, 08:56) 
    Ma sono ormai troppi mesi che mi ferisce e mi suscita un sentimento di rabbia, frustrazione, infelicità.

    Non desiderare la propria moglie, negarle il sesso limitandosi alle coccole (sic!), nonostante lei gli abbia spiegato che la sessualità è una parte imprescindibile del rapporto coniugale, che lei ci tiene e ne ha bisogno - per tutti i motivi che non vi sto ad elencare- per me è un fatto gravissimo.

    Il mio tradimento nasce solo e soltanto dall'essere costretta a subire un "matrimonio bianco".

    Questa frase potrei averla scritta io!
    Paradossalmente, per anni ho sopportato il carattere pessimo di mia moglie, ma quello che veramente mi urta di lei è il suo negarsi a letto!
    Ha iniziato ad averne poca voglia, ed è finita per negarsi sistematicamente!
    Certo, la colpa non è tutta sua, perchè già una esaurita non ne avrà chissà che voglia, e in più gli antidepressivi causano come effetto collaterale anche il crollo della libido... ma allora? Devo farmi venire la depressione pure io, perchè non scopo?
    Ormai non la cerco nemmeno più, per non sentirmi umiliato dai suoi NO sistematici. Ci sono momenti in cui il pensiero di questa situazione mi manda in bestia!
    Le ho detto di parlarne col medico: magari sarebbe bastato cambiare antidepressivo, o prendere qualcosa che stimolasse un po' la voglia, ma non ha voluto.
    Ho proposto di parlarne con un terapista di coppia o un sessuologo. Niente da fare.
    Le ho fatto presente che per me è una cosa imprescindibile: le risposte sono variate dal "non so cosa farci", al "sei arrapato come un quindicenne", passando per il "per me no", "lo so, dovremmo scopare di più, ma non so cosa farci", senza dimenticare il provocatorio "e allora cercati un'altra" e persino il temerario "ti interesso solo per scopare"!!!
    All'invito a cercarmi un'altra, mi son dovuto mordere la lingua per non replicare: "tranquilla, ci sto lavorando su!", mentre all'osservazione che stavo con lei per il sesso, ho risposto sarcastico che un interesse simile poteva andarmi bene per fare il frate!

    CITAZIONE (Sweetie @ 29/12/2022, 11:51) 
    Peccato anche che tua moglie non abbia accettato l'idea della terapia di coppia.

    Già...
    Sarebbe rimasta un'immatura egocentrica, ma almeno qualcosa si sarebbe salvato...

    CITAZIONE
    penso che tu abbia davvero fatto tutto quello che potevi per salvare il rapporto e per capire e sostenere tua moglie. Sei tutto tranne che cinico!

    In coscienza sono a posto. Nel matrimonio ho dato molto più di quanto non abbia ricevuto: non è una contabilità, ma un'amara constatazione.
    Mi sento solo cinico per il fatto che, attualmente, sto lasciando andare la barca, facendo il minimo indispensabile per stare a galla.
    Vorrei che fosse mia moglie ad andarsene, e per questo, attualmente, non sto nemmeno più cercando di trovare delle soluzioni.
    Ma non so se mia moglie se ne andrà mai: a volte lo dice, ma alla prova dei fatti, dopo anni in cui ha vissuto di rendita, non le conviene. L'altro giorno, dopo una violenta lite, è uscita di casa sbattendo la porta, continuando poi, da fuori, a scrivermi cattiverie su Whatsapp; a un certo punto le ho scritto: "con oggi si tira una riga, le cose non saranno più come prima". Dopo 5 minuti era a casa!

    CITAZIONE
    Per quanto riguarda l'altra donna, sarebbe auspicabile un chiarimento anche con lei. Per ora, sono d'accordo con chi ti ha detto che sembra più che altro interessata ad avere qualcuno che la corteggi e che la faccia sentite desiderata.

    Credo anch'io.
    Se, allo stato attuale, non ho mai insistito per avere con lei un chiarimento, l'ho fatto per paura di perdere capra e cavoli, cioè sia l'amica che la potenziale amante.
    Da sposato, capisco di non essere "un buon partito", men che meno per una che ha già da gestire le grane del proprio divorzio. Il giorno in cui mi liberassi, cercherei di capire se si riesce ad avere qualche cosa di più.

    CITAZIONE
    Da quello che ci hai raccontato di te e del tuo percorso di vita, penso che tu, da lei o da altre, meriti di più.

    Grazie. *^^*
     
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    @Coram, non sottovalutare una moglie.

    Mai.

    L'infedelta' coniugale può comportare la separazione con addebito e in ogni caso una donna ferita (perché tradita, messa da parte per un'altra) è capace di azioni forti, di fare la guerra, per cui stai ben attento anche solo alla battuta "mi trovo un'altra".

    Di esempi ne è pieno il mondo, sia tra persone comuni che "vip".

    Il mio preferito è Raul Bova, che nel far naufragare il suo matrimonio a causa della Rocio, ha trascurato il lieve dettaglio di avere come suocera una delle più famose avvocate divorziste d'Italia...un grande 🤦‍♀️

    Una separazione andrebbe chiesta perché non si vive più bene insieme, non perché ci sono terze persone di mezzo (come ha ben detto @Solpetra) MA è pur vero che anche se ci fosse una terza persona, non lo dovrebbe sapere NESSUNO (tranne il tuo avvocato, probabilmente).

    Non escluderei neppure che tua moglie sappia meglio di te quello che può ottenere economicamente.

    Piuttosto visto che è lei che si nega da tempo, che ti insulta e che ha anche problemi di depressione, io valuterei se questa circostanza potrebbe essere rilevante a tuo favore (brutto da dirsi, ma converrebbe sapere).

    Per cui, uomo avvisato - mezzo salvato 😬
     
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    Brontolone® out, inside and even around!!!

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    CITAZIONE (coram populo @ 28/12/2022, 11:21) 
    ... Una volta si era posta il problema: "se voi vi dividete, io con chi sto?"; le dissi che l'avrei tenuta con me volentieri, ma che, di solito, i figli vengono affidati alla madre; lei si è disperata, mi ha supplicato di non separarci, dicendo di non voler rimanere da sola a vivere con mia moglie, e io le ho promesso che non l'avrei lasciata.

    Già solo per questa frase, hai il mio massimo, totale e infinito rispetto e per me hai già vinto tutto.
     
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