Solitudine maschile

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  1. Picårdö.
     
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    CITAZIONE (Deusfur @ 15/10/2018, 12:46) 
    - Solitudine in senso lato:

    "Ma dai, nessuno rimane solo, prima o poi tutti si sposano!"

    Molto spesso la solitudine in senso stretto più "evolvere" in solitudine in senso lato. Cioè può capitare che,arrivato ad una certa età, l'uomo solo in questione, per paura di rimanere solo per sempre, possa trovare una soluzione di ripiego, magari dopo aver trovato un lavoro, e quindi accetti come mero ripiego, quasi come se fosse sotto l'effetto della disperazione, una donna (che a lui non piace, nè lui piace a lei) disposta a mettersi con con lui per "sistemarsi" o magari per ripiego anche lei. Intanto, come detto prima, gli sono stati bruciati i migliori anni in quanto non ha avuto sessualità e affettività nel periodo più bello e spensierato della vita, e soprattutto perchè la relazione che è riuscita a trovare è solo frutto di un ripiego e di un interesse (lui per paura di rimanere solo, lei per sistemarsi), in cui quindi da parte di entrambi non c'è attrazione o comunque non c'è sentimento di affetto, quindi la sessualità e affettività avvengono con il "contagocce", e spesso nemmeno con il "contagocce". Dunque questa è uno stato che arreca frustrazione e infelicità.
    Pertanto, questa questa è una condizione di Solitudine, anche se in senso lato. Ed è questa la tipologia di solitudine più diffusa e subdola.

    In conclusione, si può essere in stato di solitudine anche da sposati o conviventi, nel senso che la solitudine sessuale e affettiva è una mancanza totale (solitudine in senso stretto) o grave carenza (solitudine in senso lato) di sessualità e affettività, a prescindere dalla tipologia di rapporto."

    Ecco, questa a mio giudizio è la situazione peggiore: stare con una persona che non ti attrae minimamente e che magari a sua volta ti sta insieme per mero interesse, senza offrirti affetto e sessualità, dev'essere davvero l'inferno in terra.

    Ma forse ancora peggiore è la solitudine assoluta, che per fortuna si riduce a pochissimi casi estremi, persone con disturbi relazionali di tipo patologico.
    Intendo persone che non solo non hanno relazioni sessuali o sentimentali, ma non hanno nemmeno rapporti di amicizia e neppure conoscenze superficiali: insomma, non hanno letteralmente alcun tipo di contatto informale con gli esseri umani.
    Magari queste persone vanno comunque a lavorare, qualche volta escono e così via, ma non riescono ad interagire con le persone per via di patologie e condizioni particolari.

    Un mio ex compagno di liceo, che conosco fin dalle elementari, versa proprio in tale situazione, però questa persona ha una forma di autismo diagnosticata e difatti era "diverso" fin dall'infanzia.
    Vista la condizione di handicap sottostante, lui nemmeno ne soffre più di tanto, quindi definire questa situazione "la peggiore in assoluto" non è del tutto corretto: è la peggiore per noi "sani", mentre queste persone la vivono come qualcosa di naturale e non soffrono granchè, praticamente come chi è cieco o tetraplegico dalla nascita.
     
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19 replies since 15/10/2018, 11:46   454 views
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