Storia d'amore finita male

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    CITAZIONE (coram populo @ 7/2/2024, 15:40) 
    Per lungo tempo ho anch'io fatto da supporter; stanco, e anche sinceramente dispiaciuto, di sentir sempre lamentare situazioni lavorative avvilenti (in parte probabilmente anche reali), due anni fa avevo preso la determinazione di trovarmi un secondo lavoro, e di invitare mia moglie a licenziarsi, per rimanere a casa in pace a fare la casalinga (sarebbe il suo sogno).
    Grazie a Dio, proprio in quel periodo, mi è accaduto un fatto che ha segnato una rivoluzione copernicana nel mio modo di vedere e gestire il rapporto di coppia; ho capito che era inutile aspettare che le cose si sistemassero, perché la cosa non sarebbe mai avvenuta. Ho capito anche che, per qualsiasi sviluppo futuro, era opportuno che mia moglie conservasse la sua autonomia economica.
    E i problemi, se ce li ha, se li tiene.

    Coram, il punto è esattamente questo. Le altre persone sono fatte in un certo modo e così rimarranno nei secoli dei secoli. Trovo perfino presuntuoso pensare che grazie al nostro lavoro di accudimento l'altra persona modifichi caratteristiche della personalità radicate, molto probabilmente robe che nascono nell'infanzia.

    Come dicevo, mi chiedo sinceramente cosa porti una persona a "sacrificarsi" per cercare di modificare un altro soggetto. L'ho sempre trovata una scelta assurda. Se tu necessiti di persone presenti e che dimostrano l'affetto, perchè mai mettersi insieme ad un anafettivo? Solo perchè la sua anaffettività è controbilanciata da altre qualità? Ok, va bene, ma perchè poi cambiare idea? Non so, per me è davvero tempo perso per entrambi. Sia per te che per anni hai cercato di modificare i suoi atteggiamenti che per lei che pensava di aver trovato una persona che la capiva per poi scoprire che non era vero fino in fondo...

    La mia compagna un giorno che mi lamentavo del fatto che spesso ha scatti d'ira che la portano a dire frasi non proprio carine, mi ha fatto un discorso intelligentissimo. Con calma mi ha spiegato che fa parte di lei, lo scatto d'ira improvviso, ma che oltre a qualche parolaccia, altro danno non fa. In quei momenti io devo lasciarla perdere, così lei se la fa passare da sola. Se io comincio a criticare, dire la mia, dovresti far così, dovresti far colà, non faccio altro che alimentare la frustrazione. Una volta che ho compreso la tecnica di gestione dell'altrui "difetto", eco che magicamente sono spariti i litigi. Accidenti, funziona lasciarla nel suo brodo! Lei non vuole affatto diventare persona pacata e tranquilla, ama la sua vigorosa passionalità un po' rude e senza fronzoli. Io sono un tipo più tranquillo e pacifico. Non se ne fa niente dei miei preziosi consigli, anzi la irritano di più. Mi ha chiesto se io amo anche questo, di lei. E io, dopo attenta riflessione, ho detto di sì, perchè la parte positiva di questo suo carattere è appunto una focosa passione nel modo di amare, ci mette sempre il cuore, anche troppo!

    Sta a noi accettare il "difetto" altrui, anzi amarlo e sostenerlo. Non sta all'altro cambiare per fare un piacere a noi. Ovviamente, la cosa deve essere reciproca e anche i nostri "difetti" devono essere apprezzati da loro.
     
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    AndyDufresne chi non ha pregi e difetti a questo mondo?
    C'è chi li ha caratteriali, più o meno marcati, chi li ha fisici, sempre più o meno evidenti, ma nessuno di noi è perfetto, che io sappia.
    Seguendo il tuo ragionamento, non dovrebbe più accompagnarsi nessuno.
    Quando si vuol bene a una persona, poi, si rischia di non vederli nemmeno tutti, certi difetti, e specie in giovane età li si sottovaluta, pensando di saperli ben fronteggiare, o comunque non credendo che siano così impattanti.
    Certi altri emergono, si consolidano o esplodono solo col tempo, per cui la situazione può diventare dura o insostenibile solo a lungo andare.
    Ancora, all'inizio si ha una pazienza che, negli anni, finisce per esaurirsi, lasciando posto al disincanto, alla delusione, allo sconforto, al risentimento.
    Una persona come l'ex di MartinaLeila, non è necessariamente una cattiva persona; e chi gli sta accanto può credere che stia vivendo solo un momento di difficoltà, che non riesca ad imboccare la sua strada. Non diagnostichi pregi e difetti al primo impatto: certe persone le devi conoscere a lungo, talvolta ci devi vivere, senza tacere del fatto che, prima ancora di conoscere bene gli altri, devi conoscere te stesso, ed è una cosa forse più difficile ancora, che non s'improvvisa dall'oggi al domani.
    Martina ha trovato un ragazzo che le piaceva e a cui voleva bene: le sarà parso che stesse attraversando un momento di difficoltà, e lei, con pazienza, gli avrà dato il sostegno che riteneva di potergli dare, per aiutarlo ad uscire da quel pantano lavorativo, familiare ed esistenziale in cui sembrava trovarsi. In realtà, un carattere simile, non starà male a fare QUEL lavoro, a rapportarsi con QUELLA famiglia, a vivere in QUELLA città, ma non saprà mai adattarsi a niente, a nessuno e in nessun luogo.
    Nel momento in cui Martina si è resa conto che lui, in fin dei conti, in quel pantano ci stava male e bene allo stesso tempo, che a un pantano se ne poteva solo sostituire un altro, che il malessere non era momentaneo, ma una componente stessa del suo carattere, ha detto, a mio avviso legittimamente: "a queste condizioni, una vita insieme non la posso portare avanti; io scendo qui".
     
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    Vabbè.. moh lui vittima mi sembra un' esagerazione. Un rapporto di coppia è fatto di due persone e alla fine si può sbagliare tanto da una parte, quanto da un' altra. Non mi è mai piaciuto ragionare in termini di vittima e carnefice a meno che non ci si trovi davanti a situazioni di rapporti patologici di un certo calibro.
    Sul fatto che a volte è necessario del tempo per conoscere bene una persona è la verità. Può darsi che in questo caso ciò che ha rallentato la conoscenza di un tratto di personalità del suo ex compagno interpretandolo erroneamente come uno stato di personalità, sia stata anche il rapporto di per se vissuto a distanza che magari non ha permesso di viversi quotidianamente. concordo invece sul fatto che nessuno deve avere la presunzione di cambiare qualcun altro. Soprattutto se poi si parla di persone adulte, con una personalità strutturata e appianata come si ha a 30 e passa anni. Ma si è assolutamente legittimati a porre fine ad un rapporto se i caratteri sono inconciliabili. Infondo meglio prima che dopo in questo caso
     
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    Nessuno ha parlato di persone cattive o buone, io dico solo che 5 anni sono tanti e certi tratti caratteriali si vedono subito. La pigrizia o la tendenza alla lamentela come fai a nasconderla? Se uno è freddo per natura, lo vedi subito, così come se è uno molto espansivo. O se è tirchio, come fai a non accorgertene? Servono 5 anni per capire che lo è?

    Sul lungo periodo forse noti tratti nascosti, lati non visibili immediatamente. Per esempio tante dipendenze tipo la ludopatia o perfino certe droghe le mascheri molto facilmente, servono analisi cliniche per smascherare. Ma se uno gioca alle slot nel tempo libero te lo può tenere nascosto benissimo. Anche una relazione parallela si può nascondere. Ma la pigrizia o l'essere lamentosi è una caratteristica che viene fuori subito... Infatti ho visto bene, lui è sempre stato così e lei lo sapeva benissimo. Solo che ha sperato di cambiarlo grazie ai suoi consigli (ovviamente non richiesti). Lo ha spronato (senza che lui lo chiedesse). Ha riportato un tipico dialogo sul tema lavoro, dove lui si lamenta e lei lo sprona. Peccato che con chi si lamenta non funziona l'incitamento a cambiare, anzi, spesso funziona il contrario. Dandogli ragione e amplificando la sua lamentela, lui non trova sostegno ma trova una che lo incita a lamentarsi. Ne deriva un corto-circuito: "ma come, io mi lamento e mi dà ragione? Dove è la mia pacca sulla spalla consolatoria con conseguente consiglio di vita? Mi ha fregato! Non posso più chiedere a lei implicitamente, attraverso la lamentela, di darmi soluzioni che io non in ogni caso non seguirò mai! Me le devo trovare da solo!"

    Se un partner si lamenta del lavoro, va ascoltato e supportato NEL TROVARE DA SOLO la soluzione. Non mi metto al suo posto. Non sono suo padre/madre.

    Si offre ascolto e supporto ma bisognerebbe evitare di sostituirsi all' altro. Solo dietro esplicita richiesta si può intervenire.
    Tanto se cominci a dare soluzioni sulla base dei tuoi ragionamenti il partner comunque farà di testa sua, tanto vale restare nelle retrovie in supporto, che è comunque un ruolo molto utile. Ed infatti pure tu hai notato che appena hai smesso di trovare soluzioni al posto di tua moglie, lei si è svegliata e ha dovuto pensarci da sola.

    Su una cosa sono d' accordo: se uno è molto coinvolto non vede tanti difetti palesi ed eclatanti. Ecco, se a Martina è successo questo, cioè di innamorarsi follemente in un primo momento, allora posso capire la visuale offuscata. Ma non mi sembra il suo caso, oppure mi è sfuggito sto dettaglio...
     
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    Una persona di base polemica non ci voglio gli anni. E sicuramente se di base lo sei il cambiamento e impossibile attuarlo. Probabilmente Martina non ha considerato che una persona polemica lo può essere non solo sulle cose più futili ma anche su cose più grandi. Magari inizialmente del lavoro se ne lamentava relativamente, mentre poi su questa cosa è peggiorata. Del resto le dinamiche lavorative non congeniali le vedi con il tempo.
    Il fatto che il lavoro non gli andasse più bene credo nasca da lui stesso non penso che Marty gli abbia imposto di fare altri colloqui
    Se li ha fatti evidentemente una voglia di cambiare ci sta ma che poi non l' attua andrebbe capito il perché. Da quanto ho capito una paura di ricominciare tutto dall' inizio che peraltro a 40 anni è comprensibile. Comunque io non starei più di tanto a crocifiggere nessuno. Inizialmente ci si conosce, ci si frequenta, ci si innamora ( perché non ho dubbi che Marty abbia trovato delle buone cose in questa persona. E follia stare 5 anni con una persona non avendo manco mezzo pregio. E non chd essere lamentosi significa non avere manco un quarto di qualche altro pregio) ma poi sul lungo andare quello che determina la durata sono anche gli obiettivi di vita e se non collimano meglio andare ognuno per la propria strada.
     
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    Ma infatti Oasis, certi tratti caratteriali emergono immediatamente, ecco perché non capivo proprio quale fosse la questione. Se lui è lamentoso di suo, e lo ha manifestato subito, trovo assurdo mollare dopo 5 anni per quel motivo. Se il problema è solo la distanza, mi sposto io, visto che posso.

    Invece come pensavo lei ha semplicemente sottovalutato quel suo tratto caratteriale, ha tentato di cambiarlo, non ci è riuscita e lo molla, dando fondamentalmente a lui la colpa di essere così. Mia contestazione: carissima, te lo sei scelta tu, questo ragazzo, fatto in questo modo...

    Mia madre è la regina delle lamentele. So benissimo cosa significa averci a che fare con una persona lamentosa. La colpa sempre degli altri. Il mondo è ingiusto, la vita è dura, nessuno mi calcola, io sono buona gli altri cattivi, io faccio di tutto per gli altri ma loro non ricambiano, eccetera eccetera eccetera. Potrei fare una lista lunghissima di frasi tipo del lamentoso.

    Agli inizi, quando ero giovane, facevo come tutti. Lei si lamentava e io arrivavo con i miei saggi consigli, le mie grandiose idee e soluzioni. Ne avesse seguito uno su mille, di consigli.

    Ho capito che il suo godimento è la lamentela stessa. Perché lo fanno? Per ottenere validazione. Ambiscono alla pacca sulla spalla, ad essere consolati, in una litania di voci basse e sommesse tipo rosario in chiesa, oooh quanto soffro, ooooh come sto male. E noi a farci il fegato amaro.

    Così ho cambiato tecnica.
    Lei: "La vita è dura!"
    Io: "hai ragione! Fa schifo!"
    Lei: "nessuno mi vuole bene!"
    Io: "Verità assoluta la tua! A chi lo dici!"

    Lei, che si aspetta il solito ma nooo non è verooo ma cosa diciii eccetera eccetera, mi guarda con sospetto. Uhm. Ma come, neppure tu mi vuoi bene? Certo che no, mamma! Sguardo confuso. Non capisce cosa sta succedendo. E tu mi vuoi bene? Chiedo io. Io sì! No, non è vero! Nessuno mi capisce, dico io! Ma nooo, figlio mio, vieni qui che ti abbraccio! E ci abbracciamo.

    Ecco fatto, lamentela disinnescata, ho spostato il focus da lei a me, immediatamente si "dimentica" della sua lamentela. La serata ora può proseguire serena.

    Il silenzio punitivo. Il pianto. la lamentela. La procrastinazione. Sono tutti strumenti per manipolare e fare sentire in colpa gli altri, deresponsabilizzandosi. Il lamentoso delega agli altri la responsabilità di ciò che gli accade nella vita, quando trova partner che danno soluzioni e agiscono al posto loro, è tutto grasso che cola. La loro posizione è solida, chiusa in un bunker di passività e malinconia. Tanto c'è sempre qualcuno che fa al posto loro.

    E quando trovano uno che amplifica la loro lamentela schierandosi al fianco di lui, tutti insieme appassionatamente a scagliare pietre nel mondo, vanno in confusione. Il partner non aiuta, accidenti. Questo si lamenta più di me. E io come faccio, adesso? Sono fregato!
     
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    CITAZIONE (AndyDufresne @ 8/2/2024, 12:21) 
    CITAZIONE (coram populo @ 7/2/2024, 15:40) 
    Per lungo tempo ho anch'io fatto da supporter; stanco, e anche sinceramente dispiaciuto, di sentir sempre lamentare situazioni lavorative avvilenti (in parte probabilmente anche reali), due anni fa avevo preso la determinazione di trovarmi un secondo lavoro, e di invitare mia moglie a licenziarsi, per rimanere a casa in pace a fare la casalinga (sarebbe il suo sogno).
    Grazie a Dio, proprio in quel periodo, mi è accaduto un fatto che ha segnato una rivoluzione copernicana nel mio modo di vedere e gestire il rapporto di coppia; ho capito che era inutile aspettare che le cose si sistemassero, perché la cosa non sarebbe mai avvenuta. Ho capito anche che, per qualsiasi sviluppo futuro, era opportuno che mia moglie conservasse la sua autonomia economica.
    E i problemi, se ce li ha, se li tiene.

    Coram, il punto è esattamente questo. Le altre persone sono fatte in un certo modo e così rimarranno nei secoli dei secoli. Trovo perfino presuntuoso pensare che grazie al nostro lavoro di accudimento l'altra persona modifichi caratteristiche della personalità radicate, molto probabilmente robe che nascono nell'infanzia.

    Come dicevo, mi chiedo sinceramente cosa porti una persona a "sacrificarsi" per cercare di modificare un altro soggetto. L'ho sempre trovata una scelta assurda. Se tu necessiti di persone presenti e che dimostrano l'affetto, perchè mai mettersi insieme ad un anafettivo? Solo perchè la sua anaffettività è controbilanciata da altre qualità? Ok, va bene, ma perchè poi cambiare idea? Non so, per me è davvero tempo perso per entrambi. Sia per te che per anni hai cercato di modificare i suoi atteggiamenti che per lei che pensava di aver trovato una persona che la capiva per poi scoprire che non era vero fino in fondo...

    La mia compagna un giorno che mi lamentavo del fatto che spesso ha scatti d'ira che la portano a dire frasi non proprio carine, mi ha fatto un discorso intelligentissimo. Con calma mi ha spiegato che fa parte di lei, lo scatto d'ira improvviso, ma che oltre a qualche parolaccia, altro danno non fa. In quei momenti io devo lasciarla perdere, così lei se la fa passare da sola. Se io comincio a criticare, dire la mia, dovresti far così, dovresti far colà, non faccio altro che alimentare la frustrazione. Una volta che ho compreso la tecnica di gestione dell'altrui "difetto", eco che magicamente sono spariti i litigi. Accidenti, funziona lasciarla nel suo brodo! Lei non vuole affatto diventare persona pacata e tranquilla, ama la sua vigorosa passionalità un po' rude e senza fronzoli. Io sono un tipo più tranquillo e pacifico. Non se ne fa niente dei miei preziosi consigli, anzi la irritano di più. Mi ha chiesto se io amo anche questo, di lei. E io, dopo attenta riflessione, ho detto di sì, perchè la parte positiva di questo suo carattere è appunto una focosa passione nel modo di amare, ci mette sempre il cuore, anche troppo!

    Sta a noi accettare il "difetto" altrui, anzi amarlo e sostenerlo. Non sta all'altro cambiare per fare un piacere a noi. Ovviamente, la cosa deve essere reciproca e anche i nostri "difetti" devono essere apprezzati da loro.

    Grazie Andy per questa riflessione, mi è davvero molto utile. Non ho la sindrome da crocerossina, anzi forse il contrario, certo che il mio ex fidanzato aveva grandissimi pregi, non saremmo stati insieme per 5 anni anche se 2 quasi 3 a distanza mitigano un pochino il carattere ed anche gli spigoli. Quindi magari non ho compreso da subito che quelle lamentele non erano provvisorie, ma un modo di essere. La tua compagna ha degli scatti provvisori di ira, che se conosci ed ami accetti perchè sai che fa parte di lei. In questo caso si tratta di come si affronta la vita e se ti lamenti per piccole difficoltà senza poi risolverle, cosa farai quando in una vita insieme ci saranno montagne di piccoli e anche grandi difficoltà? Da lì probabilmente i miei timori verso un ipotetico trasferimento e quindi un futuro insieme. Mi fa davvero molto bene parlare con voi :) grazie mille
     
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    Eh appunto il fattore distanza e una determinante. Questo tipologia di rapporto può rallentare o fare subire alla relazione una forte accelerata. Nel primo caso non hai la possibilità di vivere nell' immediato anche le piccole cose che magari quando vi è la possibilità di condividerle sono molto amplificate. Nel secondo caso, se vi è la possibilità, metti subito alla prova e può esaurirsi anche molto rapidamente.
    Io di storie a distanza ne ho avuto esperienza. In particolare una la cui conoscenza si articolata in 6/7 mesi oggi dico che ad vissuta nella stessa città sarebbe finita forse in una manciata di settimane. Questo perché la persona aveva comportamenti ambivalenti ma che con la distanza in mezzo poteva anche fare venire il dubbio che effettivamente non lo fossero. Cosa poi confermata anche con chi mi confrontavo in quel periodo.
    Poi ovviamente la mia è solo una sensazione come sempre visto che Marty non la conosco, mi dà la sensazione di una tipa abbastanza risoluta. Che non perde tempo.
     
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    CITAZIONE (Oasis46 @ 8/2/2024, 16:24) 
    Eh appunto il fattore distanza e una determinante. Questo tipologia di rapporto può rallentare o fare subire alla relazione una forte accelerata. Nel primo caso non hai la possibilità di vivere nell' immediato anche le piccole cose che magari quando vi è la possibilità di condividerle sono molto amplificate. Nel secondo caso, se vi è la possibilità, metti subito alla prova e può esaurirsi anche molto rapidamente.
    Io di storie a distanza ne ho avuto esperienza. In particolare una la cui conoscenza si articolata in 6/7 mesi oggi dico che ad vissuta nella stessa città sarebbe finita forse in una manciata di settimane. Questo perché la persona aveva comportamenti ambivalenti ma che con la distanza in mezzo poteva anche fare venire il dubbio che effettivamente non lo fossero. Cosa poi confermata anche con chi mi confrontavo in quel periodo.
    Poi ovviamente la mia è solo una sensazione come sempre visto che Marty non la conosco, mi dà la sensazione di una tipa abbastanza risoluta. Che non perde tempo.

    Concordo con te Oasis, probabilmente a vivere insieme sarebbe finita in pochi mesi. Considera che abbiamo avuto tutto il periodo della pandemia a distanza, e per quanto senti quotidianamente al telefono quella persona non è la stessa cosa del vivere nel quotidiano una relazione.
     
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    Personalmente questo è uno dei motivi per cui oggi si storie così non ne intraprenderei più. Poi vabbè ora come ora nemmeno il lavoro che faccio mi consentirebbe di spostarmi, o meglio potrei ma dovrei ricostruire tutto ex novo e standomi benissimo e per mia fortuna appagata da ciò che faccio non ci penso proprio a rifarmi il mazzo da altra parte 😀.
    Però vabbè tolto le riflessioni e le esperienze personali, credo che per entrambi sia andata meglio così
     
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    CITAZIONE (Oasis46 @ 8/2/2024, 16:32) 
    Personalmente questo è uno dei motivi per cui oggi si storie così non ne intraprenderei più. Poi vabbè ora come ora nemmeno il lavoro che faccio mi consentirebbe di spostarmi, o meglio potrei ma dovrei ricostruire tutto ex novo e standomi benissimo e per mia fortuna appagata da ciò che faccio non ci penso proprio a rifarmi il mazzo da altra parte 😀.
    Però vabbè tolto le riflessioni e le esperienze personali, credo che per entrambi sia andata meglio così

    Concordo con te Oasis, anche io mi sento molto appagata lavorativamente e forse proprio per questo finalmente ero pronta a pensare ad una vita di coppia, ma la vita fa altri programmi per noi.
     
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    MartinaLeila non quotare interi messaggi, soprattutto se così lunghi. Sovraccarichi il forum. Grazie.
     
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    MartinaLeila

    Ciao, alla fine si tratta di sapere prima di tutto quali sono le caratteristiche altrui che per noi sono insopportabili, quelle su cui si può chiudere un occhio, e quelle invece che sono fondamentali. Da qui, quando incontriamo qualcuno che ci piace, conviene sempre filtrare attraverso la nostra lente di ingrandimento. Per esempio io soffro tremendamente le persone pigre, lamentose e polemiche. Non potrei mai starci insieme. Mentre se per esempio una ragazza ha gusti sul cibo o sulla musica completamente diversi dai miei, non mi crea nessun problema. O se ha hobby particolari, anzi, più sono strani più mi attrae. Anche a livello estetico ho le mie preferenze. Credo che, volendo, uno può scremare e filtrare, selezionando il meglio possibile. Poi, se chi hai di fronte fa la recita e si presenta come non è, può fregarti nel primo periodo ma entro breve secondo me i nodi vengono al pettine
     
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    AndyDufresne

    Grazie per il tuo riscontro, mi è davvero utile. Sai appena ho rotto con lui, ho avuto anche dei sensi di colpa, poi ho capito che si, probabilmente tutto era partito dalla discussione sulla distanza per poi comprendere che non erano stati d'animo temporanei ma il suo vero carattere che mi stava anche influenzando negativamente perchè anche io stavo cominciando ad essere sempre più pessimista (in una fase soddisfacente della mia vita) e buia perchè con una persona che si lamenta sempre, come fai tu a raccontare magari i tuoi giorno no? Ne avevo anche io, li abbiamo tutti, però pensavo: oddio già lui sta così, magari questa cosa gliela evito. E questo non è amore, per me l'amore è confronto reciproco ed io ormai stavo diventando (credimi senza volerlo) un problem solver e non mi gustavo le mie gioie quotidiane.
     
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    Probabilmente agli inizi eri più forte e più disposta a sopportare, così appunto hai sottovalutato la questione. Poi dopo un po' hai cominciato a pensare di più anche ai tuoi bisogni, accorgendoti che da lui non avresti mai potuto ricevere supporto.

    Come abbiamo detto ricoprire il ruolo di risolutore di problemi (io uso i termini Paggetto per l'uomo e Crocerossina per la donna...) ha effetti più negativi che positivi. Intanto l'altra persona si abitua a questo e si siede sugli allori, dando per scontato che ci sia sempre l'altro a provvedere. Inoltre, risolvere problemi altrui ruba energie ed è fonte di stress, così non rimangono risorse per pensare ai problemi propri.

    Ecco perchè va bene il supporto, non va bene il sostituirsi all'altro.
     
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