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C'è una frase di Sigmund Freud della quale mi piacerebbe discutere con voi. «L'umanità ha sempre barattato un pò di felicità per un pò di sicurezza.»
La sentii in radio per la prima volta anni fa. Mi è rimasta impressa nella mente nel tempo a venire.
Cosa ne pensate?
Voi come vi ponete nei confronti della sicurezza materiale/sentimentale e della felicità?
E' vero che spesso si sceglie di restare in un porto sicuro seppur privo di stimoli, anzichè scegliere di cambiare strada e percorrerne un'altra che potrebbe "risvegliarci"?
Edited by prettyangel - 17/11/2009, 14:37
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Ermione O.o.
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CITAZIONEE' vero che spesso si scegliere di restare in un porto sicuro seppur privo di stimoli, anzichè scegliere di cambiare strada e percorrerne un'altra che potrebbe "risvegliarci"?
Io credo che bisogna sempre avere degli stimoli nuovi nella vita altrimenti sarebbe un pò come morire dentro.
Non bisogna mai sedersi a dar sfogo alla noia...ma cercare nuove idee,progetti,cose che ci rendano felici....noi e se possibile la nostra metà!. -
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E Freud aveva ragione. Spesso si rinuncia ad una possibile felicità in nome di una certa stabilità di cui si ha bisogno. I punti fermi sono una delle cose più ricercate dall'essere umano, che rincorre costantemente una certa stabilità. Solo che molte volte questa sicurezza non combacia con la felicità, e quindi la persona rischia di essere destabilizzata pesantemente.
Se la propria felicità non combacia con la sicurezza, arriveranno sempre fattori esterni che mineranno quella "sicurezza"; questi fattori sono nuovi stimoli, nuovi bisogni, nuove attrattive, e quindi durante l'arco della vita si viene messi di fronte a delle scelte. Prendere questa occasione o rifiutarla e rintanarsi nella propria sicurezza? E quante volte questa domanda bussa alla porta.
Io lo dico perchè l'ho vissuto ed ancora adesso lo vivo. Penso che la cosa più importante sia seguire e cercare la propria serenità e felicità. Non sempre è il momento adatto per farlo, infatti non tutti nuovi stimoli sono per forza portatori di felicità; ma credo che sia una sensazione intima..quando è arrivato il momento di pensare a se stessi non si può scappare, altrimenti si soffre terribilmente. Meglio soffrire sul momento per spezzare le catene, e non soffrire in eterno per non averle sapute spezzare.. -
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Penso che la frase di Freud sia azzeccatissima, non a caso me la sono portata dietro.
Spesso e volentieri le persone preferiscono tenersi le proprie sicurezze anzichè gettarsi nel vuoto. Anche quando quest'ultimo appare più radioso.
Da un certo punto di vista, penso che c'entri l'istinto di autoconservazione. "Non mi sposto perchè so che qui almeno ho determinate cose che potrei non avere altrove. Può valere per il lavoro, per l'amore, per qualunque campo della vita.. -
Rei Asaka.
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Gli esseri umani hanno bisogno di certezze per questo, secondo me, quanto dice Freud è vero.
Quanta gente rimane ingabbiata in relazioni, affari e vite che non sono quelle che avrebbero voluto pur di essere sicuri e avere fermezza nella vita? La felicità è solo un lato di una medaglia, dall'altro c'è il dolore. Per avere la felicità o devi soffrire prima o dopo. Di certo quel momento di felicità che hai successivamente è una cosa bellissima ma non tutti sono disposti a mettersi in gioco perchè è una cosa che fa paura. Sinceramente io cerco sempre di mettere al primo posto la mia felicità cercando di farla coincidere anche con la mia sicurezza. Alla fine sono due cose, a mio dire, strettamente legate. Non puoi rinunciare ad una...altrimenti non si vive bene..
E comunque anche Povia portò a SanRemo un cartello che diceva una cosa simile..
Sinceramente non lo condivido ma per rinfrescarvi la memoria lo posto:
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non so bene cosa sia la felicita' boh?
comunque io nella mia vita ho fatto scelte per uscire dalla mia solita vita
anche quella vita che mi dava una certa sicurezza, in cerca se non della felicità
almeno dell'autorealizzazione
risultato : un disastro! ho perso sia sicurezza che felicita'
cosi' mi porto dietro una bella depressione.
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